Quale impegno?
Il 31 agosto ricorre il decimo anniversario della morte del card. Carlo Maria Martini. A dieci anni di distanza ci chiediamo se sia possibile rileggere il suo intenso magistero sotto il versante dell’impegno sociale.
Ci chiediamo: quale eredità può donare al nostro tempo? Quale stimolo nella promozione della giustizia e della pace?
Innanzitutto, occorre segnalare la sua grande competenza biblica, che sa avvicinarsi con rispetto al testo e mettersi in ascolto, cercando di comprenderne il significato.
Martini ha fatto sì che la lettura di una pagina biblica divenga preghiera e trasformi la vita. Egli ricorre a una immagine “impastare la Parola con la vita”. Inoltre, si possono articolare alcuni passaggi del suo “metodo di lavoro”: li riassumiamo brevemente in tre parole: ascolto, approfondimento, azione. Questi tre punti sono accompagnati da una preoccupazione: non bisogna mettersi in cattedra, bensì farsi compagni di viaggio, offrendo dei mezzi per camminare insieme nella direzione che la carità suggerisce. Ampliando l’orizzonte del “camminare insieme”, l’impegno per il servizio e la promozione della giustizia e della pace possono rappresentare un terreno di incontro e di dialogo che va oltre le appartenenze. Questa è la radice che unisce l’impegno per “farsi prossimo” a cui Martini ispirò la propria azione e il proprio servizio di pastore.
Don Celso Dosi
(Consulente ecclesiastico provinciale ACLI)