Novembre 2018: La fede: abbandono a Dio, mio liberatore via che porta alla salvezza eterna
L’ uomo cammina contro il tempo, pensa di risolvere tutti i problemi nella giornata ma non riesce,
tutto rimanda. Rimandare vuol dire perdere l’occasione di compiere un passo avanti nella conversione, nella strada che porta a Dio.
Degli affreschi delle nostre chiese ne ricordo uno in particolare: una lunghissima scala che porta a Dio nell’alto dei cieli, ma per percorrerla bisogna passare sopra l’inferno dove i demoni tentano in ogni modo di farci cadere. Penso che il pittore abbia voluto interpretare il Vangelo quando Gesù afferma: la via che porta alla salvezza è stretta e tortuosa, mentre quella che porta alla perdizione è larga e spaziosa.
Gesù è stato mandato dal Padre per riaprire la strada di salvezza interrotta dall’uomo e mantenere la
promessa di salvezza. L’uomo di oggi continua a dimenticare questa via, pensa sempre al presente, risparmia fino alla morte e non apre il cuore al povero e al misero.
Entrando da Zaccheo il Signore si sente dire: “la metà dei miei beni ai poveri, dove ho rubato rendo quattro volte tanto… Oggi la salvezza è entrata in casa tua”.
La tradizione sapienzale afferma: “che vale all’uomo guadagnare il mondo intero se perde ’anima?”
Si avvicina in Natale, festa dell’amore di Dio che si fa uomo per amore, è un invito a donare gesti di
impegno, di solidarietà verso il nostro prossimo. È l’amore vero e sincero che ogni uomo cerca per la vera gioia.
Don Giuseppe Sbuttoni
(assistente ecclesiastico)