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VERSO IL XXVII° CONGRESSO PROVINCIALE ACLI

Più eguali. Viviamo il presente, costruiamo il domani

L’appuntamento è per domenica 15 marzo alle ore 9,30 presso l’Auditorium del Collegio degli Scalabriniani in via Torta,14. Dal Congresso uscirà il nuovo Consiglio Provinciale che successivamente dovrà eleggere il nuovo Presidente e la nuova Presidenza. Sarà l’occasione per fare un bilancio dell’attività degli ultimi anni, ma soprattutto per affermare che, come cristiani, crediamo valga ancora la pena di impegnarsi nel campo sociale e politico. L’occasione insomma per continuare il cammino verso le ACLI del futuro. Un percorso non astratto, ma radicato nell’attualità attraverso la lettura del presente. Per vivere il presente occorre starci dentro ad occhi ben aperti. E standoci dentro, il dato che più degli altri risulta evidente, tanto da caratterizzare i nostri tempi, riguarda senz’altro la crescita delle disuguaglianze, delle distanze, a partire da quella tra ricchi e poveri, aumentata negli ultimi anni a favore dei primi. La mobilità sociale è bloccata, e da qui nasce quella mobilità geografica che da noi si caratterizza con nuovi spostamenti da sud a nord e verso l’estero, mentre, a livello mondiale, determina una crescente spinta migratoria. E’ su queste disuguaglianze che si collocano quelle “fratture”, quegli “strappi”, così ben definiti nel documento di preparazione del Congrasso Nazionale. Proviamo a riassumerli.

Primo strappo: Economia – Ambiente

“Abitiamo l’epoca nella quale le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche sono da attribuire all’essere umano e alla sua attività. Il cambiamento climatico, la distruzione della bio-diversità, l’inquinamento degli oceani, la desertificazione sono tutte questioni che dipendono da noi, dall’idea di economia che abbiamo assecondato senza avanzare alcuna critica.”

Secondo strappo: Lavoro – Sapere

“Da almeno venti anni sentiamo parlare di economia e lavoratori della conoscenza, come se ci fossero lavori che possono essere svolti senza alcun sapere. La conseguenza principale della messa in questione del legame tra sapere e lavoro è che le occupazioni manuali, i mestieri, le professioni artigianali hanno iniziato a essere considerate inferiori rispetto alle occupazioni intellettuali. Siamo arrivati ad ammettere che alcuni lavori sono così semplici e banali da poter essere svolti senza una formazione o un qualche apprendistato iniziale”

Terzo strappo: Periferia – Comunità

Ci sono sempre più persone «fuori posto», che non sappiamo dove mettere e per le quali decidiamo che il confinamento al di fuori della nostra sfera di vita sia la soluzione migliore. Il trattamento riservato a migranti, rifugiati e sfollati….. a questa umanità in movimento si aggiungono persone che affermiamo di dover proteggere, ma con le quali non siamo in grado di (o non vogliamo) concordare un posto nella comunità: poveri, marginali, ex carcerati, rom, persone con disabilità fisiche o psichiatriche. Periferie sono tutte quelle zone nelle quali sono innanzitutto le esistenze a essere periferiche, rimosse e bandite dal consesso sociale. Luoghi dove convivono «i reietti della città», ma anche tutti coloro che reclamano i propri diritti sociali.

Quarto strappo: Politica – Democrazia

Quello che le Acli colgono nel Paese, attraverso il loro radicamento e la loro natura popolare, sono le tante aspettative nei confronti della politica, legate al clima di incertezza che i nostri concittadini avvertono rispetto al proprio futuro. La risposta non può, dunque,consistere nell’alimentare l’antipolitica, ma nel cambiare il modo di fare politica, da un lato interpretando la forte domanda di rinnovamento delle sue forme e dei suoi attori,dall’altro lato, “praticando” la politica come quell’arte e quella forma alta di servizio, di cui Paolo VI ha parlato.

Tenteremo, nel nostro Congresso di analizzare questi “strappi” e di declinarli a livello locale.

Roberto Agosti

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