Pace agli uomini che egli ama
E’ nato 5 giorni prima, non in una stalla ma su una spiaggia, non in Palestina ma in Libia, e c’era solo la mamma. Non c’era il padre ad assistere Salì al momento del parto, chissà, forse è ancora ostaggio di qualche trafficante, o forse non c’è più, chissà….
Non sappiamo come si chiama questo piccolo, rifiutato dal mondo prima ancora di nascere, senza neppure un asino e un bue per riscaldarlo, avvolto in una sporca coperta bagnata d’acqua salata.
Gli angeli però sono venuti ad accoglierlo! Prima in barca, poi con un elicottero dal cielo.
Ora tocca a noi intonare il coro degli angeli «Gloria a Dio in cielo e pace in terra agli uomini che egli ama».
Ne siamo capaci?
Intanto gli altri 300 che erano sul barcone nessuno li vuole, non Malta, non l’Italia, forse la Spagna, costringendoli ad altri lunghi giorni di disagio ammassati su una nave, al freddo, con poco cibo, tra le onde.
Dio ci ama e ci dona la pace. E’ il dono più grande che ognuno di noi può desiserare, e noi, che in questo periodo ci scambiamo doni ben più miseri e fatui, non siamo capaci di ricevere questo dono.
Forse perchè il dono della pace è un dono impegnativo, richiede che a nostra volta questo dono lo condividiamo con gli altri, tutti gli altri, non solo i parenti, gli amici. No tutti, perchè se escludiamo qualcuno vuol dire che la pace non la vogliamo davvero, ma solo con chi decidiamo noi, e allora non è più pace.
Facciamo nostro il coro degli angeli.
Roberto Agosti
(pres. prov. ACLI Piacenza)