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Azzardo: mantenere gli impegni

L’ entrata  in  vigore del decreto dignità con il divieto di qualsiasi forma di pubblicita’, anche indiretta, relativa a giochi  o  scommesse  con  vincite  di  denaro è certamente una buona notizia.

Ma attenzione: non è certamente questo decreto che risolverà i problemi legati al gioco d’azzardo.

Si tratta di un primo passo che va nella giusta direzione, ma il vero nodo dell’azzardo in Italia sono le slot machine nei bar e nelle tabaccherie, i gratta e vinci che si trovano ovunque. Si tratta di vere e proprie induzioni all’azzardo.

La legge regionale che ha stabilito distanze minime dai luoghi sensibili per le sale gioco e per le macchinette nei bar ha soprattutto uno scopo: limitare l’offerta di gioco, renderla meno accessibile.

Altri sono gli interventi legislativi che ora ci aspettiamo, interventi proposti dalle associazioni aderenti alla campagna “Mettiamoci in Gioco” e contenuti nella “Proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela della salute degli individui tramite il riordino delle norme vigenti in materia di giochi con vincite in denaro-giochi d’azzardo”  che raccolse nel 2014, solo a Piacenza, più di 8000 firme di sottoscrizione: trasparenza finanziaria per le società dell’azzardo, forti limitazioni alle forme di azzardo con puntate ripetute, obbligo all’utilizzo di una tessera personale per prevenire l’azzardo minorile, imposizione di limiti di spesa, tracciabilità dei flussi di denaro per contrastare l’evasione fiscale e le infiltrazioni mafiose.

Tutti questi aspetti sono presenti nel contratto di governo tra Lega e M5S: ci aspettiamo che gli impegni vengano mantenuti.

Ed a proposito di impegni da mantenere, è strano, ma non è stato ancora reso disponibile dall’Agenzia delle Entrate il cosiddetto “Libro Blu 2017”, l’annuario statistico contenente fra l’altro somme, cifre, fatturato dell’azzardo legale per il 2017 (notizia pubblicata sul sito di “Vita” il 9 agosto).

Solitamente il “Libro Blu” veniva pubblicato nel mese di aprile di ogni anno. Siamo ad agosto e sul fatturato 2017 del discusso e discutibile “comparto giochi” non ci sono ancora pubblicazioni ufficiali che ne attestino le cifre. Perché?

Come mancano i dati della ricerca sull’impatto socio-epidemiologico che l’Agenzia Dogane e Monopoli ha affidato all’Istituto Superiore di Sanità. Voci di corridoio sostengono che quella ricerca sia da tempo sui tavoli dell’Agenzia e che in essa, secondo alcune anticipazioni di stampa, sia contenuto un dato: tre milioni di italiani a rischio di dipendenza dal gioco.

      Roberto Agosti

(pres. prov. ACLI Piacenza)

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