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1° maggio Nuove tutele e più formazione: il binomio per qualificare e accrescere il lavoro

Nel nostro Paese il problema di creare nuova e “buona” occupazione rimane all’ordine del giorno, anche per effetto di una ripresa economica più debole rispetto a quella che si registra in media nell’Unione Europea, oltreoceano e nelle economie emergenti.

Accanto a ciò, uno degli effetti più evidenti della crisi è quello di aver accentuato la polarizzazione sociale nel mercato del lavoro, penalizzando in particolar modo i giovani, le donne ed altre categorie di lavoratori vulnerabili.

In Italia non è agevole innalzare i livelli di impiego.

L’Europa impone rigore finanziario per restare agganciati all’area dell’Euro.

Per uno Stato come il nostro, che ha visto crescere il proprio debito pubblico durante gli anni della recessione globale, la via delle politiche economiche di matrice keynesiana appare assai stretta.

Occorre perciò indirizzare le risorse pubbliche su obiettivi definiti, agendo sulle leve che possono avere ricadute positive in termini occupazionali.

Se è vero che la sfida posta dai mercati globali e da “industria 4.0” si gioca sul terreno delle competenze, della loro centralità nel continuo allineamento rispetto alle mutevoli esigenze del tessuto produttivo, la proposta per lo sviluppo del Paese non può che essere quella di rafforzare il sistema formativo, soprattutto quello iniziale (IeFP, IFTS e ITS), per garantire a tutti i giovani il diritto e la possibilità di accedervi, tenendo conto dei bassi livelli di occupazione dei nostri diplomati e laureati rispetto ai loro coetanei che vivono in altri paesi europei.

A partire da questa base, va ampliata anche l’offerta formativa per gli adulti, nell’ottica europea dell’apprendimento permanente.

Accanto a ciò è necessario estendere (o creare) le tutele per i nuovi lavoratori del web, cercando allo stesso tempo di incentivare l’occupazione giovanile.

In tale prospettiva, proponiamo:

  • garantire IeFP (Istruzione e Formazione Professionale) su tutto il territorio nazionale;
  • potenziare il sistema ITS (Istituti Tecnici Superiori);
  • mettere a regime il sistema duale;
  • dare maggiore spazio alla formazione nelle politiche attive del lavoro;
  • far sì che vi sia più formazione continua per i lavoratori;
  • definire i criteri di accreditamento degli enti di formazione;
  • prevedere un credito di imposta per gli investimenti materiali e immateriali;
  • introdurre un “bonus lavoro giovanile”;
  • introdurre detrazioni fiscali per i libri delle scuole secondarie e i testi universitari;
  • inserire nel nostro ordinamento nuove tutele per i lavoratori della Gig economy (economia

dei “lavoretti”);

  • elaborare nuove forme contrattuali per il Terzo Settore.

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