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Verso il congresso

Per pensare le ACLI Future di Piacenza

E’ ripreso, dopo lo stop imposto dall’emergenza della pandemia, il percorso che porterà le Acli di Piacenza al XXVII° Congresso Provinciale “PIU’ EGUALI: VIVIAMO IL PRESENTE COSTRUIAMO IL DOMANI”.
Si svolgerà nel pomeriggio di sabato 3 ottobre a partire dalle ore 14 presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile in via Scalabrini, 65, naturalmente nel rispetto di tutte le norme anti Covid.
In questi giorni, nei circoli, si sono tenute le assemblee per eleggere i nuovi direttivi e i 40 delegati al congresso; loro compito sarà quello di eleggere il nuovo Consiglio Provinciale che successivamente nominerà il nuovo presidente e la nuova presidenza.
Ma il Congresso non sarà solamente un momento elettivo, ma anche l’occasione per pensare le “ACLI Future di Piacenza” e il loro compito su un territorio che, dopo lo tsunami Covid, non sarà più come prima.
Dobbiamo essere sinceri: questa strana ripresa dopo il “Tutti a casa” ci sta deludendo.
Certamente non stiamo tornando alla normalità che conoscevamo prima.
Non c’è l’avvio di un cambiamento che tenga conto del bene di tutti
Non c’è l’avvio di un cambiamento sperato nel segno dell’unità e della condivisione.
L’“Andrà tutto bene”, che era scritto sui fogli da disegno attaccati alle vetrine, o sulle lenzuola appese ai balconi, rischia di non valere per tutti.
Ed allora, dopo esserci messi in sicurezza per affrontare i danni del virus, dobbiamo metterci in sicurezza per affrontare i danni del dopo virus.
Dovrà essere un percorso non astratto, ma radicato nell’attualità attraverso la lettura del presente. Per vivere il presente occorre starci dentro ad occhi ben aperti. E standoci dentro, il dato che più degli altri risulta evidente, tanto da caratterizzare i nostri tempi ancor prima del coronavirus, riguarda senz’altro la crescita delle disuguaglianze, delle distanze, a partire da quella tra ricchi e poveri, aumentata negli ultimi anni a favore dei primi. La mobilità sociale è bloccata, e da qui nasce quella mobilità geografica che da noi si caratterizza con nuovi spostamenti da sud a nord e verso l’estero, mentre, a livello mondiale, determina una crescente spinta migratoria. E’ su queste disuguaglianze che si collocano quelle “fratture”, quegli “strappi”, così ben definiti nel documento di preparazione del Congrasso Nazionale.
Come declinarli a livello provinciale?

– Primo strappo: Economia Vs. Ambiente: conosciamo tutti il problema inquinamento di Piacenza, favorito certamente dalla posizione geografica, da un’autostrada che passa a poche centinaia di metri da Piazza Cavalli, ma anche dalla mancata riorganizzazione del traffico nel cento città, dall’assenza di una rete di piste ciclabili degne di questo nome e da un sistema di traporto pubblico da riorganizzare. Occupiamo terreno agricolo (logistica, ospedale nuovo) e trascuriamo il nostro verde anzi talvolta lo ignoriamo (penso al Po, con i suoi argini che lambiscono la città, e al parco del Trebbia)

– Secondo strappo: Lavoro Vs. Sapere: se a Piacenza la disoccupazione è sicuramente a percentuali accettabili sono molti giovani che, per lavorare, sono costretti a spostarsi verso Parma o Milano o addirittura all’estero. La logistica ha creato lavoro, ma questo è spesso dequalificato e sottopagato. Da sottolineare poi la scarsa incisività dell’orientamento scolastico, che va sicuramente ripensato, e la rivalutazione delle scuole professionali, come le nostra Enaip, che più di altre garantiscono un’occupazione

– Terzo strappo: Periferia Vs Comunità: è alta la percentuale di stranieri a Piacenza. Ci sono quelli che “ci servono” per i tanti lavori umili che fanno nelle nostre case e nelle nostre campagne. E poi ci sono gli irregolari, i profughi, i richiedenti asilo. Le istituzioni dovrebbero fare di tutto per evitare di trattarli come mantenuti. Dare loro solo un letto e un piatto di minestra può essere umiliante. Ci vogliono progetti seri di integrazione: l’attuale decreto sicurezza, con i tagli previsti, non va certamente in questa direzione.Il presidente della CEI cardinal Bassetti ci ammonisce: “Senza cultura dell’incontro solo disordine, povertà e distruzione”.

– Quarto strappo: Politica Vs. Democrazia: occorre riappropriarsi della Politica, che vuol dire innanzitutto non fermarsi ai titoli, agli slogan. E’ vero, è fatica e non siamo più abituati a farlo, presi da twit e post su facebook, ma ci serve una rieducazione all’approfondimento.
Il percorso di pedagogia popolare che abbiamo intrapreso è un tentativo in questa direzione. Non da soli ma in collaborazione con altre associazioni: forse sarebbe necessario costituire un forum permanente di associazioni che progettino e sostengano insieme un tale percorso.

Di questo e di tanto altro parleremo nel nostro prossimo Congresso Provinciale.

Roberto Agosti

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