Decreto sicurezza bis, Acli: si sceglie ancora una volta la strada securitaria
Il decreto sicurezza bis, appena approvato alla Camera con il ricorso alla fiducia, conferma una visione esclusivamente securitaria ed emergenziale dell’immigrazione da parte del Governo e pone una serie di questioni di merito e di contenuti.
In primo luogo, piuttosto che fare la lotta alle vere cause dell’immigrazione, si criminalizza la solidarietà e quei mondi impegnati a salvare vite umane.
Non meno rilevanti i dubbi in ordine al rispetto delle norme di diritto internazionale ed europeo che, temiamo, possano provocare rilievi nelle sedi opportune.
Inoltre, nei 18 articoli del decreto, come già chiarito da molti giuristi, sono presenti tratti di incostituzionalità della norma, primo fra tutti la scelta di normare materie differenti (dal salvataggio in mare alle multe negli stadi fino alle Universiadi di Napoli).
Dal punto di vista politico e del merito non si comprende poi l’uso della decretazione d’urgenza se posta in relazione al numero di migranti sbarcati in Italia in questi anni assolutamente minore rispetto a quello degli anni precedenti.
Un ulteriore problema è il conflitto di competenze tra ministeri che, a parer nostro, non può essere risolto con una delega, seppure condizionata.
La nostra preoccupazione è che in una fase in cui ci sarebbe bisogno di politiche strutturali di accoglienza, decise di comune accordo con l’Unione Europea, ancora una volta l’Italia preferisca trincerarsi dietro forme di respingimento preventivo, dimenticando la centralità delle vite umane.