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Flat tax o Fattore Famiglia ?

FMentre è iniziata la campagna per la dichiarazione dei redditi, il Governo con il Def (Documento di Economia e Finanza)  ripropone la flat tax (o imposta piatta) per tutti i contribuenti ,  già introdotta  limitatamente ai soggetti con Partita Iva con ricavi inferiori ai 65.000 euro.

La flat tax, così come è congeniata, mira a ridurre il numero ed il livello delle aliquote fiscali, tentando di introdurre una semplificazione nella dichiarazione dei redditi che nelle intenzioni dovrebbe favorire  i ceti popolari. La proposta avrebbe il pregio di abbassare la pressione fiscale facendo emergere “il sommerso” e stimolando la crescita economica in modo da garantire le risorse necessarie per  sopperire alle minori entrate.

Milton Friedman, l’economista americano che nel dopoguerra propose la flat tax,  la pensò  come strumento per evitare le disparità di imposizione fiscale, poiché ogni categoria di contribuenti cerca di ottenere un trattamento di favore, ovviamente a scapito di tutti gli altri.

La Costituzione Italiana,  invece, per evitare che i più forti potessero esercitare pressioni per ottenere privilegi fiscali introdusse  i criteri della capacità contributiva e della progressività dell’imposta (art.53 Costituzione).

Coloro che si oppongono a questa proposta sostengono che essa minerebbe alla radice la progressività dell’imposta, sancita dalla Costituzione,  provocando inoltre una forte emorragia nelle finanze dello stato. Le risorse mancanti sarebbero infatti reperite attraverso misure quali la eliminazione delle deduzioni e detrazioni fiscali, oppure l’aumento delle imposte sui consumi,  che in ogni caso graverebbero  sulle fasce sociali più deboli.  Infine sottolineano  come “l’imposta piatta” si inserirebbe in quadro normativo che prevede una tassazione molto contenuta sui patrimoni e sulle successioni.

Interessanti le reazioni  alla proposta di flat tax  che vengono dal mondo delle associazioni che hanno come riferimento le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti.  Secondo il  Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, GianLuigi De Palo, “ i nuclei con figli sarebbero gli unici a non essere premiati da questa misura” in quanto rischia di mettere in discussione le detrazioni di cui godono e  di essere compensata da aumenti dell’Iva.

Per il Presidente delle Acli Roberto Rossini “è  da anni che si studia una norma come il ‘Fattore Famiglia’ che ci sembra ancora la proposta più adatta per venire veramente incontro alle famiglie”.  Tale sistema, basato su una no tax area e su calcoli che tengono conto dei carichi familiari, senza toccare le aliquote progressive,  «garantirebbe davvero una maggiore equità». “La riduzione delle aliquote di cui si parla non è in generale un fatto positivo, prosegue Rossini , visto che rischia di mettere ulteriormente in difficoltà il ceto medio basso”.

Come si vede si tratta di posizioni che pongono la famiglia come criterio centrale per la costruzione di un sistema fiscale equo e sostenibile.

                                                                                                           Fausto Balestra

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